Associazione Cernuschese Astrofili APS

Osservatorio Astronomico Civico "Gabriele Barletta"

Giornate del Patrimonio 2013

Che fai tu, luna, in ciel?

Sabato 28 settembre. Lettura di poesie con accompagnamento di immagini astronomiche. L’iniziativa si è svolta presso la sala consiliare del Comune di Cernusco.

Dopo il consueto saluto dell’assessore alla cultura Rita Zecchini, l’Associazione Cernuschese Astrofili ha presentato una serie di immagini del cielo stellato, proiettate a ciclo continuo, mentre il prof. Marco Pertica ha offerto la lettura commentata de “L’infinito” e “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia” di Giacomo Leopardi e altri brevi brani.

Marco Pertica. Diplomato presso l’Accademia Filodrammatici di Milano è insegnante di scuola elementare a Cernusco s/N, presso il 1° Circolo Didattico “A. Manzoni”. E’ direttore operativo di corsi di teatro per ragazzi alla scuola media “Manzoni” di via della Spiga e già responsabile artistico e attore della compagnia teatrale “I SognAttori”. Ha svolto approfondimenti e ricerca personale su autori teatrali Greci e Latini, storia del teatro e del cinema, classici della letteratura italiana. Scrittore di numerosi testi teatrali per bambini e adulti.

chefaitulunainciel_cop Il libretto della serata (PDF)
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La registrazione audio (MP3) – [download id=”82″]Il DVD è disponibile su richiesta (5 euro)

I testi delle altre poesie recitate nel corso della serata:

NON SONO SOLO…
Quando sono triste guardo le stelle..

alzo lo sguardo e mi perdo.
Piango, rido, riavvolgo il nastro dei miei pensieri, e
scrutando quelle piccole luci sparse su un tappeto di velluto nero,
mi accorgo di cosa siamo noi uomini…

… piccole stelle luminose su questo mondo.
Ognuno di noi brilla di luce propria,
ognuno di noi brilla di una luce unica e personale…
tutti uguali,
tutti diversi…

tutti importanti.

Ecco quando sono triste e mi sento solo alzo gli occhi al cielo
e guardo le mie stelle,
sembrano sole e distanti,
ma tutte assieme ricamano l’unicità meravigliosa dell’universo!
Come noi uomini… tutti assieme creiamo quella varia,
sublime bellezza che è l’umanità!
Allora alzo ancora gli occhi al cielo,

guardo le mie stelle
e non sono solo, non sono solo
e penso che anche loro mi guardano,
i loro mille occhi splendenti sono su di me
e irradiano dolcemente la mia anima,
così anch’io brillo della mia luce
e non sono più triste, non sono più solo,
no, non sono solo, non sono solo, non sono solo!

Poesia di S. Shan
Rielaborazione di Marco Pertica

UN SOGNO SPAZIALE
Ho fatto un sogno, sembrava vero,
Vagavo nello spazio, oh, com’era nero!
La sensazione era di andare in bicicletta,
o Dio, mi sto svegliando, calma, non c’è fretta.
E’ così bello pedalar nell’universo,
ti prende la mano, ti senti diverso,
l’entusiasmo è quello di un bambino,
oh, guarda quell’asteroide come mi passa vicino!
Accidenti, se mi avesse colpito,
so già come sarei finito.
Lo sanno anche i dinosauri, poveri disgraziati,
si sono estinti e non sono più tornati.
Su, bando alle ciance, il sogno può cessare
e io ne ho di astri da esplorare.
Si parte dal Sole, è scontato,
ma devo stare attento: non voglio finire bruciato,
perché se mi avvicino troppo, io credo,
faccio la fine di un pollo allo spiedo.
Bene, Mercurio è il primo pianeta,
ma è infuocato, non è la mia meta.
Gli antichi Greci lo tenevano in considerazione
come messaggero degli Dei e protettore di ogni imbroglione.
Davanti ai miei occhi si presenta uno splendore,
è il pianeta Venere, Dea dell’amore,
così era stato chiamato,
perché il più luccicante del creato,
ma mi allontano a velocità supersonica,
l’atmosfera è densa e fatta di anidride carbonica.

Ecco la Terra con la sua Luna pallida e silenziosa,
dice il poeta, perché indifferente ad ogni cosa,
non mi fermo, Marte mi aspetta
e via veloce con la mia bicicletta;
è rosso, pieno di vulcani e di crateri,
la fantascienza diceva fino a ieri
che si poteva sospettare l’esistenza
di qualche forma di vita primordiale, la presenza
di acqua solida sotto la superficie,
ma sì, ciascuno quel che vuole dire dice.
Gli scienziati dicon che su Giove
non nevica, nè grandina e neppure piove,
l’atmosfera di gas tossici è ingombra
e di acqua, proprio …. manco l’ombra.
Allora mi sposto su Saturno,
come splende nel cielo notturno!
Attraverso gli anelli, vorrei atterrare,
per carità, con questi veleni è una cosa da non fare.
Già che ci sono vado verso Urano,
mi avvicino, pedalando, piano piano.
E’ così gelato che gigante ghiacciato
dagli astronomi viene chiamato,
così come Nettuno, Dio del mare,
dove spirano i venti più forti del Sistema Solare,
perdinci, non voglio rischiare
di cadere dalla bicicletta,
quindi, via rapido e in fretta.
A questo punto mi vien la tentazione
di avvicinarmi anche a Plutone,
no, no, Plutone mi rende inquieto
è il Dio dei morti non è un segreto,
per adesso non ci penso e non commento,
ne parleremo quando verrà il momento.
Ma intanto proseguo il mio viaggio,
come se volessi portare un messaggio
a qualcuno che forse si trova
in una misteriosa galassia nuova.
Mi piacerebbe raccontare a queste entità,
per esempio, che senso ha la parola libertà,
spiegare che la malattia più grave si chiama povertà,
che non c’è differenza tra un bianco e un nero
del resto, quando si muore tutti e due vanno al cimitero.
Aver rispetto per chiunque esprima,
che sia in prosa o in rima,
un’opinione che con la tua non collima.
Insomma, quanti pensieri mi vengono in testa,
che succede, ah, il mio sogno forse si arresta,
mi conviene rientrare nella mia dimensione
e tornare alla mia cara, dolce Terra, tra le persone,
ce ne sono tante laggiù di azioni da fare,
veramente ne basterebbe una sola:
Amare!

MARCO PERTICA


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