In questa breve conferenza cercherò di mostrare come comprendere l’Universo in cui viviamo rappresenti un’appassionante sfida alla nostra immaginazione ed intuizione.
Fenomeni che vanno ben oltre la realtà alla quale siamo abituati e la cui spiegazione ci lascia immersi nello stupore e nello smarrimento.
Facendo le veci della “Guida galattica per autostoppisti”, cercherò di accompagnare il pubblico in un viaggio attraverso assurdi paradossi: dalla localizzazione della nostra posizione nell’Universo, all’ineluttabile destino del Cosmo. Matteo Cataneo (Niels Bohr Institute – Copenhagen)
httpv://youtu.be/5Yb4MI6mt6o
Conferenza interna del 12 luglio 2013. Il video sarà disponibile presto anche in dvd. Chi fosse interessato può prenotarne una copia contattando Enzo Iudica – (5 euro)
T. M. Davis and C. H. Lineweaver, “Expanding Confusion: Common Misconceptions of Cosmological Horizons and the Superluminal Expansion of the Universe”, PASA, 2004, 21
T. M. Davis et al. “Solutions to tethered galaxy problem in an expanding universe and the observation of receding blueshifted objects”, AJP, 71 (4), April 2003
M. J. Francis et al. “Expanding Space: the Root of all Evil?”, PASA, 2007, 24
L’Associazione C.C. J.H. Newman organizza, in collaborazione con l’ACA, una conferenza dal titolo “Uno sguardo verso l’origine del tempo e dello spazio”. Relatore: Dott. Davide Maino, professore associato presso il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Milano.
L’incontro si terrà il giorno lunedì 23 maggio presso la Biblioteca civica di Cernusco sul Naviglio. Inizio alle ore 21:00, ingresso libero.
Secondo le osservazioni effettuate dal telescopio spaziale Hubble della Nasa, grazie al nuovo strumento Cosmic Origins Spectrograph(COS), il pianeta Wasp-12b potrebbe avere solo altri 10 milioni di anni di vita prima di essere completamente inghiottito dalla sua stella madre.
Attualmente è surriscaldato a quasi 1500 gradi Celsius e presenta una forma allungata simile a un pallone da football a causa di enormi forze di marea.
La sua atmosfera si è estesa fino a un raggio pari a quasi tre volte quello di Giove e sta versando materiale sulla stella.
Lo scambio di materia è comunemente osservato nei vicini sistemi stellari binari, ma è la prima volta che viene osservato in maniera così evidente tra una stella e un suo pianeta.
“Vediamo un’enorme nube di materiale in uscita che sarà catturato dalla stella e abbiamo identificato elementi chimici mai prima osservati su pianeti al di fuori del nostro sistema solare,” dice il leader del team Carole Haswell della Open University in Gran Bretagna. I risultati di Haswell e del suo team scientifico sono stati pubblicati nel numero di Maggio del 2010 dell’Astrophysical Journal Letters.
Shu-lin Li del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Pechino, in un articolo teorico, pubblicato su Nature lo scorso Febbraio, aveva previsto per primo che la superficie del pianeta sarebbe stata distorta dalla forza di gravità della stella e che le forze gravitazionali di marea avrebbero reso l’interno così caldo da provocare una notevole espansione della sua atmosfera esterna. Ora Hubble ha confermato la sua predizione.
WASP-12 è una nana gialla situata approssimativamente a 600 anni luce nella costellazione dell’Auriga. L’esopianeta fu scoperto dalla United Kingdom’s Wide Area Search for Planets (WASP) nel 2008 ed è così vicino alla stella che completa un’orbita in 1.1 giorni.
L’eccezionale sensibilità all’ultravioletto del COS permette le misurazioni della riduzione della luminosità della stella madre dovute al transito del pianeta. Nel corso delle osservazioni spettrali, infatti, le linee di assorbimento di alluminio, stagno, manganese, diventavano molto più pronunciate quando il pianeta transitava sul disco della stella, mostrando che questi elementi esistevano nell’atmosfera del pianeta oltre che nella stella. Il fatto che COS sia in grado di rilevare queste caratteristiche su un pianeta, evidenzia che la sua atmosfera si sia notevolmente estesa a causa del calore. I dati spettroscopici sono stati impiegati per calcolare la curva di luce che evidenzia la riduzione dell’emissione luminosa della stella nel corso dell’attraversamento. La profondità della curva di luce ha permesso di calcolare in maniera accurata il raggio del pianeta, rilevando un’estesa esosfera il cui raggio supera il“lobo di Roche”, limite gravitazionale oltre il quale il materiale sarebbe perso per sempre dalla sua atmosfera.
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