Associazione Cernuschese Astrofili APS

Osservatorio Astronomico Civico "Gabriele Barletta"

Herschel rivela dettagli sconosciuti sulla nascita delle stelle

Herschel, l’osservatorio spaziale a raggi infrarossi dell’ESA, sta già rivelando dettagli, finora sconosciuti, sulla formazione delle stelle attraverso immagini provenienti sia da galassie lontane che dalla Via Lattea. Particolarmente interessante si è rivelata la nube di formazione stellare RCW 120, in cui è stata osservata una stella allo stadio embrionale, che sembra destinata a trasformarsi nella più grande e luminosa della nostra galassia nelle prossime centinaia di migliaia di anni. Contiene già da otto a dieci volte la massa del sole ed è ancora circondata da gas e polveri, pari a circa 2000 masse solari, che potrebbero accrescerla ulteriormente. L’importanza di tale osservazione risiede nel fatto che le stelle dotate di grande massa sono abbastanza rare e hanno generalmente una vita breve. Sono, infatti, spesso definite “stelle impossibili”, in quanto nonostante siano state osservate, teoricamente non dovrebbero esistere.

Averne individuata una consentirà, attraverso la raccolta di nuovi dati, di approfondire gli studi su questo paradosso scientifico di vecchia data.

Herschel è anche un eccellente strumento in grado di indagare sulla materia a livello molecolare, come dimostra la scoperta di una nuova fase dell’acqua, elettricamente carica, mai riscontrata in natura sul nostro pianeta.

Fonte: ESA
Traduzione: Maria Gabriela De Paola

L’ammasso globulare TERZAN 5 e il nucleo della Via Lattea

Il 26 Novembre 2009 è stato pubblicato il lavoro di un gruppo coordinato da astronomi italiani sulla natura dell’ammasso TERZAN 5, un globulare che si trova nei pressi del nucleo galattico.
Nel sito dell’istituto nazionale di astrofisica (INAF) potete trovare un resoconto completo della scoperta e degli autori.

Indirettamente la notizia è collegata al nostro osservatorio perchè già nel 1999 Gabriele Barletta aveva studiato questo ammasso basandosi su riprese del 1995 e del 1997 con il telescopio ESO/MPI di 2,2 metri f/35 a La Silla (in Cile).
Per ottenere riprese efficaci nonostante la presenza delle nubi di idrogeno che si trovano in abbondanza nel piano galattico e’ stata utilizzata la camera CCD infrarossa IRAC2.

Ricordo che verso il termine di un lungo periodo di calibrazione, fotometria e riduzione dei dati mi parlava dell’anomala “metallicità” di questo ammasso, difficilmente imputabile a un effetto strumentale. A distanza di quasi dieci anni la bontà delle sue analisi e’ stata confermata anche grazie alla piena operativita’ di uno strumento come il VLT.

Emanuele RUSSO

Riporto di seguito in versione integrale la conclusione del lavoro di Gabriele:

STUDIO FOTOMETRICO NELL’ IR DI AMMASSI GLOBULARI DEL CENTRO GALATTICO

” Lo studio degli ammassi globulari galattici riveste una notevole importanza sia per l’approfondimento delle conoscenze sull’evoluzione galattica che per quelle sull’evoluzione stellare.
La disponibilita’ di strumentazione in grado di operare efficacemente nell’infrarosso ci ha finalmente permesso per la prima volta lo studio di tre ammassi situati molto vicino al centro galattico.
Il presente lavoro è il compimento di un lavoro di indagine che ha visto la ripresa e l’analisi delle immagini relative ai tre ammassi in questione in due fasi temporali; il primo insieme di immagini risale al 1995 ed è stato analizzato in un lavoro precedente, il secondo invece, base di partenza del nostro studio, è stato ripreso nel 1997.
L’esperienza accumulata durante la prima sessione osservativa ha permesso di ottimizzare la ripresa delle immagini, fornendo una serie di frames priva di molti dei difetti strumentalipresentatisi nella precedente occasione.

I risultati sperimentali confermano nelle linee generali quanto ottenuto con i dati del 1995: la distanza degli ammassi si colloca tra i 6,8 Kpc di Terzan 5 e i 9,8 Kpc di Terzan 10; gli oggetti risultano tra i GC più metallici della Galassia (si va da Z=0,004 per Terzan 10 a Z=0,030 per gli altri due).
Si trovano in una regione fortemente arrossata, con un eccesso di colore E(B-V) compreso tra 1,5 e 2 magnitudini. Dall’analisi dei CMD non emergono differenze significative tra le popolazioni stellari e le stelle di campo, fatto che suggerisce la possibilita’ di un’origine comune.
Lo studio dell’andamento teorico delle isocrone al variare della metallicita’ e dell’età ha  messo in evidenza come la stima di questi due parametri nell’IR per oggeti molto antichi come gli ammassi globulari sia molto difficoltosa, dal momento che forti variazioni nel contenuto di metalli o nell’età portano a CMD molto simili tra loro.
Le notevoli difficoltà sperimentali nelle quali si opera studiando questi oggetti (in alcuni casi abbiamo rilevato differenze di arrossamento all’interno dello stesso campo) hanno portato inevitabilmente ad errori di una certa consistenza sulle stime di grandezza trovate.

A supporto dei nostri risultati sarebbe pertanto auspicabile un’indagine spettroscopica, in grado di confermare i valori di metallicita’ trovati;
inoltre la disponibilita’ di strumenti di nuova generazione come il VLT sarà con tutta probabilità in grado di fornire immagini sufficientemente profonde per cogliere quelle zone del CMD (turn-off e braccio orizzontale) attualmente inaccessibili e in grado di rilevarci l’età con una milgiore precisione di quella attuale.”