Associazione Cernuschese Astrofili APS

Osservatorio Astronomico Civico "Gabriele Barletta"

Migliorie riflettore Skywatcher 130/900 Eq2 Motor

Il telescopio in questione si presta ottimamente come telescopio entry-level adatto alle esigenze dell’appassionato alle prime armi che desidera uno strumento economico, di qualità accettabile, con caratteristiche tali da consentire di osservare un po’ di tutto e la possibilità di provare le prime riprese fotografiche. Pensato e ideato come strumento su cui “farsi le ossa” unisce l’economico schema ottico newton con una focale intermedia (f6,9) che lo rende capace di mostrare, apertura permettendo, dai pianeti agli oggetti deepsky più luminosi, a patto però di non eccellere in nessuna delle due categorie. Secondo me è lo strumento ideale per chi ha le idee poco chiare e desidera farsi un’idea di quello di quello che può offrire il cielo di casa e trovare la propria strada fra alta risoluzione o deepsky, fra osservazione pura e astrofotografia. Il tutto con un pizzico malizia tecnica necessaria ad imparare lo stazionamento e la collimazione non richiesti ad esempio in più economici rifrattori su montatura altazimutale. Il mio consiglio quindi non è quello di comprare questo strumento e poi correre a modificarlo per correggerne o limitarne i difetti ma di iniziare ad usarlo così com’è per farsi le ossa ed imparare con fatica e sudore alcune lezioni che verrebbero presto dimenticate (o addirittura mai imparate) utilizzando invece costosi e moderni telescopi computerizzati.

Per riassumere brevemente ecco un elenco dei pregi e dei difetti più significativi di questo strumento.

Pregi:

–       Economicità.

–       Diametro adeguato per iniziare.

–       Leggerezza (sia dell’ottica che della montatura).

–       Rapporto focale intermedio adatto un po’ per tutto.

–       Necessità di collimazione (può sembrare un difetto ma è a mio avviso utile per imparare).

–       Puntamento manuale (stesso discorso della collimazione).

–       Possibilità di moto orario a batterie.

Difetti:

–       Specchio sferico.

–       Focheggiatore pignone/cremagliera in plastica affetto da vistosi giochi.

–       Ostruzione eccessiva per via del supporto secondario e relativo spider sovradimensionati.

–       Treppiede leggero.

–       Montatura sottodimensionata e affetta da notevoli giochi.

–       Mancanza di bolle di livello.

–       Cercatore troppo piccolo e instabile (ultimamente sostituito da un red dot).

–       Moto orario impreciso a causa della montatura.

–       Fuoco troppo interno per l’utilizzo con DSLR.

Alcuni di questi difetti possono essere risolti solo sostituendo la parte incriminata con una di qualità maggiore ma dato che si tratta sempre di una spesa aggiuntiva e spesso anche consistente ho diviso le soluzioni adottate in due parti: la prima dedicata a spremere al meglio quanto è già in dotazione ripiegando su compromessi artigianali ed economici, la seconda più dispendiosa con la sostituzione degli equipaggiamenti deficiari.

 

 

 

Interventi low-cost

 

Focheggiatore.

Un primo intervento è quello di smontare completamente il focheggiatore per ripulire la cremagliera dall’eccesso di grasso (colla?) utilizzato dal costruttore per lubrificare il meccanismo. Infatti col tempo e l’uso la sostanza tende ad incrostarsi di polvere ed indurirsi rendendo più duro e quindi meno preciso il movimento. Se possibile è meglio sostituire il grasso originale con un velo di lubrificante più appropriato. Dato che si tratta di ingranaggi in metallo (il pignone) e plastica (la cremagliera) il grasso utilizzato per le mini4WD (modellini di auto a batterie) dovrebbe funzionare bene.

Osservando attentamente il movimento del focheggiatore durante l’uso si può notare come questi non scorra linearmente ma a causa dell’accoppiamento pignone/cremagliera abbia un “impenna mento” in un senso o nell’altro al cambio di direzione (intra o extrafocale). Dato che si tratta di un difetto congenito l’unica soluzione è quella di ridurre il più possibile il difetto spessorando opportunatamente il tubo del focheggiatore per ridurne i giochi e costringerlo ad un movimento meno accentuato. Consiglio di non utilizzare nastro adesivo allo scopo perché tende dopo  poco ad arricciarsi dato che la l’adesivo stesso è di plastica come la sede in cui scorre il tubo del focheggiatore e quindi genera un certo atrito: ho trovato più scorrevole ed efficace il vellutino nero di cui parleremo pià avanti. La Soluzione non è certo definitiva ma consente di ridurre il basculamento del tubo di focheggiatura e quindi degli oculari in esso inseriti. Inoltre le collimazioni successive risulteranno più precise dato che la taratura della posizione degli specchi verrà effettuata sfruttando un ingranaggio ora più rigido e preciso di prima.

Un altro accorgimento è quello di rendere più morbida la rotazione della manopola di regolazione intervenendo sulla coppia di viti presenti sotto all’asse delle manopole che regolano la pressione della lamina metallica sull’asse stesso. Allentando le viti il movimento richiede meno sforso ma aumenta il gioco delle parti, stringendolo l’oscillazione diminuisce ma aumenta lo sforzo necessario per muoverlo. Consiglio di stringere (senza bloccare) le due viti per rendere il meccanismo più rigido e ovviare al maggior durezza del movimento montando una manopola maggiorata per aumentare il braccio di leva e diminuire così lo sforzo necessario al suo utilizzo. Con questo sistema ad un apprezzabile movimento dato con minimo sforzo alla rotella lungo la sua periferia corrisponde un piccolo movimento dell’asse del pignone.

 

Treppiede e montatura.

Riunisco in un unico paragrafo queste due parti in quanto strettamente correlate.

L’intervento più semplice che aiuta in una misura sottovalutata lo stazionamento del telescopio è l’aggiunta delle bolle di livello sulla montatura. Infatti anche la montatura più precisa perde efficacia se non lavora in piano. E’ sufficiente comprare una di quelle bolle di livello economiche in plastica che si possono trovare nei grandi magazzini e smontarle le 3 fiale presenti (ma ne possono bastare anche solo 2) per poi incollarle sul treppiede una volta messo in bolla. Le bolle vanno incollate sul bordo dell’anello da cui partono le tre gambe posizionando ogni bolla a metà dello spazio fra una gamba e l’altra in modo che basta un semplice colpo d’occhio per rendersi conto di volta in volta quale sia la gamba da allungare o accorciare. Nel caso si dispongano di 2 sole bolle invece queste vanno montate una sopra la gamba che punterà a nord, l’altra ortogonalmente su uno dei due lati.

I giochi della montatura possono essere ridimensionati stringendo opportunatamente le viti presentisulle stesse che con l’uso tendono ad allentarsi. Come conseguenza però aumenterà anche la forza necessaria alla rotazione degli assi di AR e DEC a discapito della fluidità di movimento soprattutto quando si utilizza il piccolo motorino a batterie per il moto orario. Un intervento più radicale consiste nello smontaggio completo dei due assi e la sostituzione del grasso originale con uno più performante ma per procedere con questa operazione è necessaria una certa dimestichezza meccanica. Ricordiamoci comunque che per il tubo in questione la montatura Eq2 è sottodimensionata e se pur accettabile in visuale diventa molto penalizzante in fotografia.

Un altro piccolo intervento all’apparenza insignificante ma che in realtà fornisce un contributo apprezzabile allo smorzamento delle vibrazioni che affliggono questa montatura è la sostituzione dei piedini originali con una versione artigianale costituita da semplici piedini in gomma di quelli che si utilizzano per le gambe delle sedie in tubolari di metallo e facilmente riperibili presso i centri commerciali del bricolage.

 

 

Cercatore.

Il cercatore in dotazione è un 3×26 ma essendo diaframmato per ridurne l’aberrazione cromatica risulta in effetti un 3×10 con cui diventa impossibile puntare qualsiasi oggetto debole comprese le luminore M42 e M31. L’unica soluzione per guadagnare un po’ di luce è quella di svitare l’obiettivo frontale e rimuovere il diaframma in gomma. Le stelle saranno ora affette da una vistosa aberrazione cromatica (tanto non è da qui che osserveremo) ma si guadagna qualcosa in luminosità.

Un altro difetto è la facilità con cui perde l’allineamento con lo strumento principale al minimo tocco. La soluzione che ho adottato è quella di montarlo non come indicato nel manuale ma facendolo scorrere lungo l’anello di sostegno ho fatto sì che le viti di regolazione si trovino il più lontano possibile dall’oculare e vicine all’obiettivo. In questo modo uno spostamento dal lato oculare come può accadere in caso di urto accidentale si ripecuote in maniera minore sul alto obiettivo per via della leva minore.

 

Riduzione luce diffusa e riflessi interni.

Per ridurre la luce diffusa e i riflessi interni ed aumentare di conseguenza un po’ il contrasto è possibile rivestire internamente il telescopio con uno strato di vellutino nero adesivo reperibile nei centri del fai-da-te. L’operazione richiede un minimo di abilità dato che è necessario smontare la culla del primario e il supporto del secondario in modo da lasciar spazio sufficiente ad introdurre le strisce di vellutino da incollare longitudinalmente all’interno del tubo.

Un altro aiuto alla riduzione dei riflessi è dato dall’applicazione di diaframmi all’interno del tubo. La soluzione più semplice è quella di utilizzare delle guarnizioni adesive in gomma scura (paraspifferi) da tagliare in lunghezza adeguata ed incollare direttamente sul vellutino.

 

 

 

Soluzioni radicali (e costose)

 

 

Focheggiatore.

La soluzione definitiva al problema del focheggiatore ballerino è ovviamente quella di una radicale sostituzione con un modello più performante. Purtroppo però a livello commerciale viene raramente presa in considerazione l’eventualità di sostituire questa parte per modelli di telescopi dal diametro così piccolo. Nelle mie ricerche infatti ho trovato solo modelli adattabili a diametri dai 15 cm in su ed inoltre trovare fuocheggiatori da 1,25” risulta un po’ più complesso che reperire pezzi da 2” in genere più diffusi. Prima però di considerare l’idea di equipaggiarsi di un bel crayford da 2” va considerato che il tubo del nostro telescopio è predisposto per accogliere un meccanismo da 1,25” e quindi si renderebbe necessario allargare il foro della sede del focheggiatore con ulteriori costi di modifica (o fatica in caso di fai-da-te). Consideriamo poi che oculari, barlow e filtri da 2” hanno maggior costo di quelli da 1,25” e quindi nel valutare questa opzione si deve mettere in conto una spesa maggiore in futuro. Non è da escludere poi che lo specchio secondario originale non sia grande a sufficienza da consentire la copertura di tutto il campo del diametro maggiore senza causare vignettatura. In ogni caso ricordate che difficilmente i fori di fissaggio del modello originale saranno compatibili con quelli del nuovo pezzo e quindi va messo in conto il lavoro necessario al calcolo della posizione dei nuovi fori e la loro realizzazione.

Io ho ripiegato su un crayford d’occasione del JMI (NGF-mini2) concepito per un diametro maggiore (credo un 20 cm) che ho adattato alla curvatura inferiore sigillando le aperture conseguenti con della guarnizione in gomma opportunatamente sagomata. In più ho adattato anche a questo focheggiatore una “manopola maggiorata” autocostruita per migliorare ulteriormente la sensibilità nella ricerca del fuoco fine.

 

 

Treppiede e montatura.

Se la Eq2 in dotazione è sottodimensionata, specie per uso fotografico, prima di procedere all’acquisto della sostituta dobbiamo a mio avviso riflettere bene e porci una serie di domande in base all’esperienza che già abbiamo acquisito con l’utilizzo di questo telescopio. Infatti se non abbiamo intenzione di spingerci oltre in termini di diametri e pesi e vogliamo concentrarci sul solo utilizzo visuale allora una semplice Eq3 potrà sostenere ben il nostro strumento e assicurarci inoltre un un inseguimento più preciso qualora la dotassimo anche di cannocchiale polare. Inoltre oltre ad essere motorizzabile su entrambi gli assi per questa categoria di montature sono in commercio kit di upgrade con computer goto. Per un utilizzo fotografico invece diventa indispensabile dotarsi di un supporto più robusto, specie se l’intenzione è di passare in futuro a strumenti maggiori. Infatti le ottiche possono cambiare ma spesso la montatura rimane la stessa. Quindi valutando le mie personali esigenze in termini di ecomonicità, trasportabilità, robustezza e potenziale per futuri telescopi anche per uso fotografico mi sono orientato su una HEq5pro che salvo “miracoli” del mercato futuro è il mio equipaggiamento definitivo. Sono passato così da un tempo di smorzamento delle vibrazioni di quasi 10” a circa 1” o meno. Altro vantaggio di questo upgrade è l’utilizzo del goto per il puntamento degli oggetti deboli che, nei casi come il mio in cui l’arco di cielo visibile è molto stretto lascia solo un paio d’ore al massimo prima che l’oggetto scompaia dietro ostacoli vari, permette di risparmiare tempo nella ricerca a tutto vantaggio dell’osservazione o ripresa. Non dimentichiamo però che il goto non sostituisce la conoscenza del cielo: senza studio ci si ritroverebbe nell’imbarazzante situazione di non poter allineare il telescopio perché non si sa dove sono le stelle che il computer richiede per la calibrazione. Vi posso garantire che dopo aver perso 3 notti per cercare M31 manualmente con al vecchia Eq2 ora non mi scordo certo dove si trova! Una fastidiosa mancanza della montatura HEq5pro è l’assensa di bolle di livello facilmente rimediabile in maniera analoga a quanto spiegato per la Eq2, utilizzando però delle patch adesive per poster della 3M invece della colla.

 

Cercatore.

L’acquisto di un nuovo cercatore è secondo me prioritaria su tutto per il semplice motivo che senza un cercatore adeguato non si riesce a puntare niente, specie dai cieli inquinati di città. Anche in questo caso conviene ricordare che i telescopi possono cambiare ma di cercatore ne può bastarne uno per tutti. Quindi consiglio di puntare tranquillamente su un buon 9×50 che consente di poter vedere anche gli oggetti deepsky più luminosi dall’inquinato cielo cittadino.

 

 

 

Specchio sferico.

Purtroppo l’unico rimedio sarebbe la sostituzione dello specchio con uno parabolico ma a questo punto tanto vale cambiare direttamente strumento. Considerando però che l’aberrazione sferica si fa sentire man mano che ci si allontana dall’asse ottico è sufficiente, nel caso delle riprese fotografiche, utilizzare sensori non troppo grossi e in ogni caso sfruttarne la parte centrale.

 

Spider e supporto secondario sovradimensionati.

Per rimediare all’eccessiva ostruzione che comportano e migliorare in termini di contrasto l’unica soluzione praticabile è quella della sostituzione degli stessi. Anche qui però ci troviamo di fronte ad un mercato che offre soluzioni solo a partire dai 15 cm in su e quindi si deve ripiegare su supporti di fortuna totalmente autocostruiti o adattati da altri diametri.

 

Fuoco troppo interno.

Un primo tentativo può essere quello di sostituire il focheggiatore originale con uno a basso profilo. Se non bastasse rimangono due alternative: spostare più avanti lo specchio primario oppure accorciare il tubo. Entrambe comportano interventi piuttosto complicati e per cui è necessaria un certa abilità e/o attrezzature adeguate. Da ricordare che l’utilizzo di un focheggiatore a basso profilo comporta l’acquisto di una prolunga tale da consentire di raggiungere la stessa lunghezza di quello originale per l’utilizzo di oculari e webcam. Al momento della stesura di questo articolo non ho ancora potuto effettuare le prove di compatibilità fra DSLR e focheggiatore JMI da me sostituito, quindi non posso garantire che tale modello sia sufficiente da solo a porre rimedio al fuoco troppo interno del telescopio.

Mirko